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RUBRICA: Calcio-Napoli

Amarcord Lavezzi: "In Italia mai nessuno dopo il mio Napoli"
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27/04/2021 - Ezequiel Lavezzi, ex attaccante del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Gianluca Di Marzio per Sky Sport: "Ho smesso a 34 anni perchè mi era passata passata la voglia di giocare, sono arrivato a un punto in allenamento a pensare: "Che cavolo sto facendo qui?". Avevo ancora delle proposte per giocare in Europa, America e Argentina, ma credo fosse arrivato il momento di dire basta. Tornare in Italia? C'è stata la possibilità, ma a Napoli ho fatto la storia, non sarei andato a giocare in un'altra squadra in Serie A. I momenti che ho passato lì sono stati bellissimi e quei ricordi restano. L'Italia è un Paese che stimo tantissimo. Non sono mai stato richiamato dal Napoli per un eventuale ritorno. Voglio tanto bene alla città di Napoli, è un rapporto di amore che dura ancora dopo tanti anni ed è speciale. A Napoli è stato tutto speciale, una grande esperienza. E’ stata la prima squadra in Europa dopo i miei esordi in Argentina. Per me Napoli rappresenta una grande tappa della mia carriera, sono stato sempre sincero con i tifosi e perciò mi amano ancora. Il coro che mi riservavano i tifosi è una sensazione unica, sono cose sempre belle queste. Non potevo andare in giro a Napoli, era difficile, al massimo la sera. C'è stato un rapporto genuino tra me e Napoli. Il segreto è questo: mi hanno apprezzato come un napoletano. Ho avuto il rispetto di una città che mi permetteva di essere felice giocando a calcio. Reja? Ho un rispetto enorme per il mister, mi ha aiutato e fatto crescere tantissimo. Mi ha saputo gestire sotto tutti i punti di vista. Reja e l'aneddoto del Da Luz? È un momento particolare e bello. Rispetto tanto Reja perché calcisticamente mi ha fatto crescere tanto, mi ha saputo gestire perché da giovane ero un ragazzo complicato. Sono storie che rimangono tra i calciatori e gli allenatori. Mazzarri? L'ho fatto diventare pazzo, lo prendevo in giro per i capelli (ride, ndr). È una persona che stimo tanto, ho imparato tanto con lui. Le persone che ho conosciuto in Italia mi hanno fatto crescere tanto. Il primo gol in maglia azzurra contro l'Udinese? Quel giorno ho fatto un'ottima partita, ho fatto gol e mi sono divertito tantissimo, non lo dimenticherò mai. In quel giorno i tifosi mi hanno conosciuto. Sono arrivato a Napoli che ero un po' in sovrappeso, poi ho iniziato a mangiar bene e sono tornato in forma. Maradona? Parlare di Diego significa parlare del calcio. La gente mi ha apprezzato, ho sempre cercato di dare il massimo. Quando l'ho potuto fare, ho dato del mio meglio. Quando ho saputo della morte di Diego ero dispiaciuto, veder finire così la sua vita è stato un brutto. Non sono qui per giudicare nessuno, mi dispiace che sia morto così giovane. Il coro che mi riservavano i tifosi uguale a quello di Diego? Una sensazione unica, essere riconosciuti da una città in questo modo è sempre bello. Uscire era un po' difficile (ride, ndr). Il paragone con Diego può essere solo perchè entrambi siamo argentini. L'addio al Napoli? Ci eravamo messi d'accordo con il presidente. È stato un anno dove avevo bisogno di prendere aria e cambiare ambiente anche per questioni familiari e per il rapporto con mio figlio. Mio figlio gioca al Rosario Central, in Argentina. Deve dimostrare ancora tanto, ma tecnicamente è più forte di me. Mi piacerebbe che sia felice. Giocare a calcio oggi lo rende felice e io sono contento. Ai tempi non sono riuscito a vivere completamente la città. Juventus? Non sarei mai andato. Inter? C'è stato qualcosa, ma ho deciso di non andare e trasferirmi in Cina. C'era stata anche la possibilità prima. Partita d'addio? La mia idea era di farla, l'avrei voluta fare a Napoli. Adesso c'è la pandemia, non so come andrà, senza tifosi non ha senso. Chissà, magari in futuro. Il mio futuro? Non so cosa voglio fare, non c'ho pensato. Mi godo il momento anche se c'è il Covid-19 che non ti permette di fare ciò che vuoi, ma io non mi posso lamentare... Gattuso? Ha creato un'identità alla squadra con la personalità che aveva da giocatore. Oggi il Napoli è in ottima forma, spero che possa continuare così per arrivare in Champions. Insigne? Oggi è un uomo. Quando ci allenavamo insieme era piccolo, oggi ha fascia da capitano, gioca con la Nazionale e rappresenta molto per il Napoli e il calcio italiano. Fa piacere tutto questo. Ora è un leader, un calciatore fortissimo anche in Nazionale. Ibrahimovic? Continua ancora a giocare a grande livello e dice tutto. Lui è malato di calcio, ha un livello tale da far stare tutti bene. Oggi il Milan sta soffrendo la sua assenza. Finale di Champions? Speriamo ci sia il Paris Saint Germain, le altre non mi interessano".

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